Le radici colorate dell’architettura
di Ivana Carbone
in: Architettura del colore (rubrica), CaseArchitetture, 2012 – Edizioni dell’Anna, Roma
L’atmosfera di un ambiente parla alla nostra percezione così come il colore parla ai sensi piuttosto che alla mente. E dal dominio della Mente, così come dai più alti valori della cultura occidentale, il colore è stato per secoli messo da parte, inteso come qualcosa di assolutamente complementare, subordinato al disegno, a cui un’antica tradizione, poi ripresa a fine Ottocento, lo contrapponeva; il colore era dunque una componente inferiore, vaga e impalpabile, da tenere ai margini.
Spesso relegato nell’ambito dell’inessenziale e del cosmetico, il colore è stato anche identificato con il lato femminile dell’arte, assoggettato alle regole del maschile disegno: la linea, secondo la matrice aristotelica, sarebbe luogo dell’arte e il resto un semplice ornamento.
Una sorta di cromofobia si radica nel pensiero occidente già ai tempi di Plinio il Vecchio che assimila il colore a una sensuale minaccia tipicamente orientale nei confronti delle razionali tradizioni della cultura occidentale. Escluso dai kantiani schemi del Bello, il colore non poteva avere alcun peso sul giudizio estetico; tra gli scritti degli Illuministi si rintraccia la sua associazione ad un semplice piacere per il senso della vista e in seguito proprio il pittore impressionista Cézanne parla di un colorato stato di grazia in cui l’occhio si perde, dove il dipingere diventa una registrazione delle proprie sensazioni del colore.
Lo stesso Le Corbusier, nel suo Viaggio in Oriente, definisce il colore come carezza ed ebbrezza dell’occhio fino ad assimilarne la caleidoscopica combinazione ad un’aggressione sensoriale che offusca la vista.
Per quanto denigrate, le possibilità del colore, sono state anche associate in psicoanalisi ad una sorta di risposta alla bianca luce della coscienza, fino a diventare negli ultimi anni metafora di conoscenza del mondo ed espressione di atteggiamenti psichici. Non a caso la cromoterapia, che ha origini antichissime e che è stata poi ampiamente adoperata nel Medioevo e nel Rinascimento, è uno strumento di cui si avvale non solo la medicina alternativa ma anche la progettazione architettonica. Recenti discipline come il Color design, attraverso un approccio scientifico specialistico, si propongono di riportare qualità e armonia nel rapporto tra uomo ed ambiente costruito, basandosi sulla consapevolezza che la percezione del colore influenzi notevolmente la lettura cerebrale. Il progetto considera in tal modo parametri alternativi a quelli estetici, dando valore alla percezione polisensoriale. L’uso di determinate tonalità in strutture ospedaliere ha agevolato la ripresa dei pazienti ricoverati; differenti soluzioni cromatiche sulle facciate di un edificio possano variarne addirittura l’aspetto tipologico, come ha dimostrato lo studio elaborato dall’Osservatorio Colore Liguria.
Il colore può interagire anche con il bilancio energetico.
Da quando Newton ha fatto rifrangere la luce bianca attraverso un prisma di vetro producendo uno spettro colorato, è noto quanto il colore, legato ad una precisa frequenza, richiami la radiazione solare. Le architetture assumono sembianze diverse sotto la luce e non è un caso che più ci si approssimi all’equatore maggiore sarà l’intensità cromatica che si riscontra nelle superfici.
La frazione di radiazione solare incidente riflessa da una superficie infatti, al di là della rugosità, tessitura ed aspetto geometrico, dipende in ultima analisi dal colore. Le caratteristiche fisiche di albedo ed emissività sono principalmente responsabili delle prestazioni termiche dei materiali che comunemente adoperiamo per l’architettura e lo spazio urbano. In quest’ultimo, superfici di colore scuro possono variare da 82°C in calma di vento fino a raggiungere i 46°C.
Allo stesso modo, in un ambiente interno un colore caldo e particolarmente acceso può arrivare ad alzare la temperatura di un locale, o viceversa tinte tenui e tonalità verde acqua, azzurro, blu, indaco,viola raffreddarlo. In un ambiente esterno, i materiali cosiddetti freddi possono abbassare la temperatura delle superfici contribuendo a migliorare il bilancio energetico.
Gli effetti intrinseci del colore sono molteplici ma l’architettura che ci circonda non li ha sempre ottimizzati …forse perché, come osservava Kierkegaard nel suo Aut-Aut, le tonalità della vita, a cui è associato il colore, sono troppo forti, troppo violente per i nostri deboli occhi.