Aria mediterranea

Aria mediterranea

di Ivana Carbone

in: Spazi aperti (rubrica), Architetture e città del III millennio, 2010 – Edizioni dell’Anna, Roma

La fruizione degli spazi aperti urbani è condizionata da fattori socio-culturali e climatici. Nell’Europa mediterranea la propensione a vivere gli spazi esterni è favorita da una radicata attitudine sociale riconducibile alla tradizione classica e all’idea di piazza e dal clima mite per la maggior parte dell’anno.

La progettazione urbana può intervenire sulle condizioni microclimatiche, in maniera diretta sulla radiazione solare e sulle correnti d’aria e in maniera indiretta sull’umidità e sulla temperatura di un luogo. Ogni luogo ha un suo microclima che richiede soluzioni progettuali appropriate e che tengano conto dei venti prevalenti e delle relative correnti d’aria.

Durante il periodo estivo, le aree mediterranee sono soprattutto interessate da aria calda e asciutta proveniente dai deserti nord-africani o caldo-umida di origine marittimo-tropicale. Favorire il passaggio di scie di vento diventa essenziale specialmente quando la temperatura e l’umidità sono particolarmente elevate e l’ombreggiamento degli spazi non è sufficiente a creare condizioni confortevoli.

Una soluzione morfologica diffusa in contesti che necessitano di un aumento della velocità dell’aria, in modo da abbassare le alte temperature e generare benefici flussi, è il restringimento della sezione stradale in sommità.

Negli spazi urbani, i flussi di vento vengono condizionati in maniera significativa dalla direzione delle strade, dalla morfologia delle piazze e dagli edifici stessi che, a seconda della loro altezza, influenzano il vento a livello strada. Infatti, in presenza di edifici alti e di sezione stradale contenuta, si verifica un aumento della velocità dell’aria.

Anche l’orientamento delle strade in relazione ai venti stagionali è fondamentale per la qualità del microclima: le strade orientate in modo da favorire il passaggio di brezze marine, ove presenti, o di scie di vento, possono portare notevoli benefici in stagioni calde, in particolare caldo-umide nel clima mediterraneo; mentre, venti freddi, canalizzati da strade dritte, possono creare sgradevoli turbolenze, soprattutto sotto gli edifici più alti.

Quando una raffica di vento si scontra in quota con un edificio, ne percorre la facciata provocando, alla base, correnti di vento la cui velocità risulta moltiplicata. Dove invece è necessario contribuire all’abbattimento della velocità del vento, si ricorre a soluzioni morfologiche volte all’interruzione o alla dispersione dei flussi.

Tracciati urbani sinuosi o un’alternanza di corti a scacchiera tendono a impedire la canalizzazione dei venti e a frenare le correnti sgradevoli. Una certa inclinazione dei manufatti rispetto alla direzione del vento prevalente disgrega questo in correnti di minore entità e perciò favorevoli sia per gli spazi interni che per la ventilazione degli esterni.

Proteggere uno spazio aperto da venti freddi o molesti, diventa una condizione essenziale per la sua abitabilità. Le barriere frangivento, opportunamente posizionate, riescono a sopperire a situazioni di disagio termico in stagioni fredde. Qualora le condizioni microclimatiche di un luogo richiedano movimenti d’aria, altrimenti non presenti, si può ricorrere a soluzioni architettoniche capaci di generarli, creando differenze di pressione e temperatura.

Nell’architettura vernacolare, questo effetto è stato adoperato per creare piccole aree con fresche brezze, con il suolo riscaldato dal sole come fonte di calore, che viene poi trattenuto anche grazie all’impiego di determinati materiali. Un tipico esempio è il takhtabush, un tipo di loggia della casa araba. Il funzionamento che lo regola può essere adottato nella progettazione in spazi urbani.

La loggia ha la funzione di un salotto coperto esterno, luogo piacevole adibito alla sosta soprattutto per la circolazione dell’aria. Leggermente rialzata rispetto al livello del terreno, la loggia è ubicata tra un piccolo patio, quindi più ombreggiato e a temperatura più bassa, sul quale si apre completamente, e una corte ampia e per lo più soleggiata, quindi con temperatura più alta durante il giorno, con cui comunica attraverso una masharabiya. La differenza di pressione tra i due spazi aperti crea una corrente di aria fresca.

Lo stesso effetto si crea in ambito urbano tra una grande piazza sul lato sottovento rispetto ad altre piccole aree.

Spazi comunicanti sia in orizzontale che in verticale, diversamente ombreggiati, possono originare moti d’aria convettivi, così come l’alternanza tra le corti e i pozzi di luce generano gradevoli spostamenti d’aria.

Come si deduce da tali considerazioni, si possono instaurare costanti relazioni tra progetto e fenomeni naturali. Uno spazio esterno non può scegliere la sua aria e intrappolarla ma può interagire con essa, attraverso il progetto. Ma il fascino di un progetto può essere dissolto in una sola raffica di vento, che lascia vuoto uno spazio che era stato predisposto all’abitare all’aperto.

Urban design can improve microclimate conditions, especially influencing air movement’s perception. The pleasant habitability of urban open spaces in Mediterranean areas can be limited by a gust of wind or by the lack of air movements in conditions of high temperature and high humidity. Draughts or breezes are favored by buildings height even referred to narrow street sections, and by spaces connected horizontally and vertically. Cold winds can be limited by a chess-board alternation of courtyards or winding urban paths.